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    Legenda

    La percentuale maggiore di popolazione si riversò nel continente americano: negli Stati Uniti, in Argentina, in Brasile esistevano vaste aree incolte e disabitate, miniere da sfruttare e città da costruire, che offrivano ottime opportunità di inserimento e di guadagno.

    Il contributo maggiore all’emigrazione verso i Paesi americani – in gran parte verso gli Stati Uniti – fu dato dagli Italiani, seguiti dagli Spagnoli, dai Portoghesi, dai Tedeschi, dai Francesi e in misura minore dagli Slavi.

    Dopo l’arrivo dei primi esploratori, l’Australia e la Nuova Zelanda divennero un dominio inglese.

    L’Asia non fu terra d’immigrazione: erano Paesi già molto popolati in cui la presenza europea si limitava alle élites del sistema coloniale, funzionari, militari o ricchi commercianti.

    Tra il 1870 e il 1900, nel momento di massima crescita della popolazione russa, ci fu anche un flusso migratorio dalla Russia alla Siberia.

    Il Canada ricevette flussi migratori dalla Francia, dal Regno Unito e dall’Italia ma a sua volta presentava anche un flusso in uscita verso gli Stati Uniti.

    Note

    L'emigrazione europea nel XIX secolo

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